Riduzione delle aspettative e previsioni di rendimento a 5 anni

In breve

Un anno fa, avevamo l'impressione che il 2023 sarebbe stato un anno mediocre per gli asset liquidi, soprattutto dopo un 2022 tutt'altro che positivo. Tuttavia, il quarto trimestre del 2023 ha ribaltato la situazione, con azioni e obbligazioni che hanno registrato un rally sincronizzato. Ora, dopo quasi dieci mesi, il 2024 appare complessivamente positivo, anche se con alcune sfumature: mediocre per le obbligazioni, ma ottimo per le azioni.

In evidenza:

  • La resilienza economica globale, la solida crescita degli utili, il raffreddamento dell’inflazione e l’allentamento monetario hanno rafforzato gli asset rischiosi rispetto all’uscita delle nostre Capital Market Assumptions di un anno fa. I titoli obbligazionari hanno beneficiato di un lieve calo dei rendimenti.
  • L’outlook sui rendimenti sembra promettente, sebbene meno entusiasmante. Un punto di partenza più sfidante ci ha portato a ridurre le aspettative di rendimento a 5 anni, in particolare per il reddito fisso in euro. I rendimenti potrebbero diminuire ulteriormente nel prossimo anno, ma vediamo un margine limitato per i guadagni in conto capitale da aggiungere al reddito nei prossimi 5 anni.
  • International diversification pays off. Even adjusting for FX hedging costs, US FI offers higher carry and greater capital gain potential, longer term. EM external debt looks attractive, if less than last year, thanks to a resilient EM outlook amid the Fed’s easing and muted EM vulnerabilities.
  • La diversificazione internazionale paga. Anche tenendo conto dei costi di copertura del rischio di cambio, il reddito fisso US offre un rendimento più elevato e un maggiore potenziale di guadagno in conto capitale nel lungo termine. Il debito contratto da paesi emergenti nei confronti di creditori stranieri appare interessante, sebbene meno rispetto all’anno scorso, grazie ad un outlook resiliente in un contesto di allentamento della Fed e vulnerabilità contenute per i mercati emergenti,
  • Il debito pubblico non è più così ‘risk free” come lo era un tempo, con l’aumento dei deficit pubblici e del debito. Tuttavia, ci aspettiamo che il maggiore rischio associato ai titoli di stato emessi dai paesi dell’Eurozona sia moderatamente compensato dal rendimento extra derivante dai premi per il rischio
  • Il credito è ancora attraente, anche all’interno dell’area euro. È vero che gli spread sono già molto stretti. Tuttavia, tassi di default contenuti e bilanci solidi, almeno per le grandi imprese, dovrebbero continuare a mantenerli tali: il carry del credito appare ancora interessante. Gli spread US HY sembrano più vulnerabili, ma il previsto calo dei rendimenti dei Treasury e il reddito più elevato offrono protezione.
  • Le azioni dovrebbero generare rendimenti a cifra media, guidando la classifica. Tuttavia, il margine previsto rispetto ai mercati emergenti e al reddito fisso è contenuto con una esposizione al rischio molto più elevata. Nonostante il rally e le alte valutazioni, le azioni US sono sostenute da forti prospettive sugli utili. Tuttavia, bisogna fare attenzione ai costi di copertura del rischio di cambio e ai rischi di concentrazione legati all’esposizione all’S&P500.
  • I rischi abbondano. La volatilità delle azioni potrebbe aumentare. La volatilità dei tassi riprenderà la sua discesa, ma l’incertezza elevata sull’inflazione significa che non si tornerà ai livelli pre-Covid. Tra i molti rischi, ne evidenziamo tre: 1) I rendimenti potrebbero rimanere alti più a lungo a causa di shock stagflazionari (ad esempio, escalation in Medio Oriente, guerra commerciale globale); 2) Le incertezze politiche e la polarizzazione potrebbero alimentare preoccupazioni sulla sostenibilità del debito e un aumento dei premi per il rischio fiscale; 3) In uno scenario ottimale, l’inflazione potrebbe diminuire molto più rapidamente mentre l’adozione dell’IA potrebbe aumentare la produttività e la crescita dell’offerta.
GenAM CM_5y returns 2024.pdf

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