Lo scoppio della guerra in Ucraina si è rivelato particolarmente sfidante per i fondi ESG che, tra le altre cose, si sono trovati ad affrontare una ripresa dei titoli delle energie tradizionali e della difesa, negli ultimi anni fortemente esclusi dai portafogli. Pensa che la sostenibilità stia attraversando una fase di cambiamento? Se sì, come?
Il significativo aumento del prezzo del petrolio in seguito all'invasione russa dell'Ucraina non ha certo contribuito direttamente alla performance del nostro fondo, che non è esposto ai settori del petrolio e del gas né a quello della difesa, non essendo segmenti che contribuiscono alla transizione energetica, elemento chiave che cerchiamo nel nostro portafoglio. Inoltre, questi settori sono esclusi in quanto il loro business risulta incompatibile con i nostri criteri di selezione ESG . Tuttavia ci sono diversi fattori strutturali in atto, come il sentiment dell'opinione pubblica e il sostegno dei governi a favore della transizione, l'evoluzione delle tecnologie verdi e un know-how sempre maggiore, che potranno trovare sempre più spazio all'interno delle singole economie.
La guerra ha inoltre accresciuto la consapevolezza circa la necessità dei Paesi europei di liberarsi dalla dipendenza dal gas russo. Questo richiederà un'inevitabile accelerazione degli investimenti in energie rinnovabili ed efficienza energetica, temi su cui investiamo già fortemente. Inoltre, in caso di rallentamento economico, ci aspettiamo che le aziende "green" superino i loro peers. Di conseguenza, rimaniamo positivi su questo tema nel breve e nel lungo termine e pensiamo che il posizionamento del fondo esca ancora più forte dal contesto attuale.
In termini di stock picking, avete in portafoglio società russe e ucraine e - se sì - come gestite questi investimenti?
Non abbiamo e non abbiamo mai avuto in portafoglio società russe o ucraine, non essendo questi paesi tra i più avanzati sul fronte della transizione ecologica. Ciononostante, siamo cauti nei confronti delle società esposte a quest'area geografica. Per esempio monitoriamo da vicino società come Alstom, che ha partecipazioni in TMH Group, leader russo del materiale rotabile, pur avendo aumentato la nostra posizione poiché il calo registrato dal titolo da inizio anno ci sembra eccessivo. O ancora Rockwool, che possiede quattro fabbriche in Russia. Soprattutto, siamo attenti alle conseguenze indirette del conflitto, con l'aumento dei prezzi di alcune materie prime e dell'energia che ci hanno portato a ridurre le posizioni in società che hanno un basso pricing power per trasferire questi aumenti di costo.
Più in generale, la guerra sta dimostrando l'importanza decisiva dei processi di engagement nei portafogli: qual è la vostra politica in questo senso?
L'engagement è un pilastro fondamentale della nostra strategia di investimento, che mettiamo in campo quotidianamente quando incontriamo le aziende in cui investiamo; ci impegniamo in un dialogo approfondito e ci sforziamo di misurare l'impatto delle azioni derivanti dalle aree di miglioramento definite insieme. Nel 2020, per esempio, abbiamo realizzato 25 azioni di engagement con 8 società in portafoglio e abbiamo contribuito attivamente alle discussioni di mercato. Siamo inltre parte di molte iniziative come Climate Action 100+, Institutional Investors Group on Climate Change, Farm Animal Investment Risk & Return, PRI Montreal Pledge, Carbon Disclosure Project, Nec Initiative...
Quale metodologia adottate per la selezione dei titoli “verdi”?
Quando abbiamo lanciato il fondo, più di sei anni fa, abbiamo capito che questa transizione era ancora agli inizi così, per valutarla correttamente, abbiamo co-fondato una metodologia proprietaria. I KPI ambientali esistevano già allora, ma a nostro avviso non erano del tutto soddisfacenti. Il cambiamento climatico è importante, ma quando si parla di questioni ambientali bisogna tenere conto anche della qualità dell'aria, delle risorse naturali, dell'acqua e della biodiversità, profili che non sono contemplati nella misurazione delle emissioni di carbonio. Con la metrica NEC (Net Environmental Contribution) possiamo integrare tutti questi aspetti in un'unica metodologia e monitorare il miglioramento delle aziende in termini di impatto ambientale nel tempo.
Dall'inizio dell'anno, il fondo Sycomore Europe Eco Solutions sta leggermente sottoperformando l'indice MSCI Europe, ma il track record del fondo mostra una forte sovraperformance. Come investite in modo sostenibile nel medio-lungo termine: quali settori privilegiate?
Nelle prime settimane del 2022, quando la rotazione settoriale era particolarmente favorevole ai settori oil & gas e bancario-assicurativo, in cui siamo nettamente underweight, il fondo ha effettivamente sottoperformato l'indice MSCI Europe. Ma il forte rimbalzo di diversi titoli verdi attivi nelle energie rinnovabili o di società legate all'efficienza energetica ci ha permesso di recuperare il ritardo e di ottenere una performance in linea con l'indice.
Facendo affidamento sulla nostra metodologia NEC, siamo in grado di evitare i bias settoriali e di ottenere un portafoglio diversificato. L'obiettivo è offrire una performance meno volatile rispetto ad altri fondi green altamente concentrati su un unico sotto-tema ambientale, riuscendo a sovraperformare gli indici generalisti nel lungo termine. Tendiamo a favorire i temi ambientali come le energie rinnovabili, l'efficienza energetica, la mobilità sostenibile per esempio nel settore ferroviario o altre modalità di trasporto verde come l'industria ciclistica e i veicoli elettrici, nonché i produttori di componenti che possono contribuire ad alleggerire i veicoli. Ci concentriamo anche sull'edilizia sostenibile scegliendo aziende che migliorano l'isolamento degli edifici o che affrontano il tema delle risorse naturali (come soluzioni migliori per gli imballaggi di carta).
Potrebbe indicare alcuni esempi di aziende in cui avete investito?
Nell'industria del ciclismo, ad esempio, abbiamo investito in diversi attori: Shimano, leader giapponese nella componentistica per biciclette, Accell Group, leader europeo nell'e-bike che sviluppa anche cargo bike che stanno registrando un boom in Germania e Danimarca. Accell Group è stato oggetto di un'offerta pubblica di acquisto da parte di KKR all'inizio dell'anno con un premio interessante. Abbiamo anche investito in Bike24, una società tedesca quotata nel 2021 e leader nella distribuzione online di componenti e accessori per biciclette. Ci piacciono anche le società coinvolte nell'economia circolare, che potrebbero beneficiare dell'aumento dei prezzi delle materie prime, per esempio Veolia, Biffa e Renewi. Inoltre, apprezziamo anche Aurubis, che ha recentemente realizzato un'importante operazione acquisendo Metallo, con una forte esposizione al rame, un prodotto fondamentale nell'elettrificazione.
Investiamo solo in aziende che hanno un NEC positivo, cioè che contribuiscono positivamente alla transizione ecologica ed energetica. Ci assicuriamo anche che le aziende investite nel fondo non abbiano un impatto negativo su altri stakeholder. A questo proposito, conduciamo un'analisi dettagliata attraverso il nostro modello di analisi fondamentale SPICE per assicurarci che la creazione di valore delle aziende investite nel portafoglio possa essere sostenibile e condivisa tra tutte le parti interessate (società civile, fornitori, persone, investitori, clienti, ambiente...). Infine, investiamo nelle aziende con il più forte upside sul nostro target price.
Come affrontate il tema più ampio della transizione verde?
Sycomore Europe Eco Solutions mira a contribuire positivamente alla transizione ambientale, investendo in società che sono realmente parte della soluzione per affrontare le sfide del cambiamento climatico e la crisi ambientale. Ci concentriamo sul cambiamento climatico, ma anche su biodiversità, rifiuti, acqua, qualità dell'aria e risorse naturali, affrontando l'intero ecosistema ambientale. Analisi recenti indicano che una traiettoria di 1,5 gradi centigradi e la neutralità del carbonio richiederebbero investimenti pari al 4-5% del PIL nazionale. Il nostro portafoglio è attualmente allineato proprio a questa traiettoria di 1,5 gradi. Enormi investimenti sono diretti, e lo saranno anche in futuro, verso questa transizione e verso le aziende che offrono soluzioni per un pianeta più sostenibile.
Nella selezione dei titoli utilizzate anche software specifici o strumenti basati su intelligenze artificiali?
Non utilizziamo strumenti basati sull'intelligenza artificiale. Conduciamo tutte le nostre analisi in-house, sia su questioni finanziarie che extra-finanziarie, grazie a un team di professionisti dalla forte consapevolezza ESG. Tuttavia, utilizziamo strumenti che consentono un accesso più rapido alle informazioni rilevanti sui titoli del nostro universo d'investimento e di effettuare screening per generare nuove idee d'investimento.
Pensa che in termini di tassonomia sia necessario trovare degli standard validi per tutti, magari andando oltre l'esclusione dei titoli meno sostenibili?
E’ senz’altro molto utile definire un linguaggio comune e delle definizioni standardizzate per evitare il greenwashing. In questo senso crediamo che la tassonomia europea assumerà un ruolo fondamentale. Il quadro deve ancora essere messo a punto e completato per integrare tutti i 6 obiettivi ambientali, dato che oggi solo 2 di questi obiettivi sono stati dettagliati. Questo regolamento dovrebbe facilitare i flussi verso le soluzioni verdi e più specificamente verso le aziende che rispondono alle sfide della transizione ecologica ed energetica.